Sono un terronista (e Facebook mi censura)
Confesso: la cosa mi ha fatto sorridere. Ma poi è subentrata la riflessione. Una riflessione triste. Ho spesso usato la segnalazione di contenuti inappropriati per chiedere la rimozione di post razzisti o fascisti. Non larvatamente fascisti o razzisti: considero importante la libertà di pensiero. Ricorro alla segnalazione solo quando si tratta di opinioni potenzialmente omicide: quando si incita ad uccidere i Rom o i neri. E nove volte su dieci ricevo da Facebook la risposta che il contenuto segnalato non viola gli standard di comunità. Il fatto che un contenuto innocuo, (auto)ironico, privo di qualsiasi malizia venga invece censurato, mi fa pensare a due scenari. Nel primo, mi figuro un oscuro censore alle prese con una mole di lavoro che lo manda semplicemente fuori di testa. Dopo otto ore di lavoro folle, si vede arrivare l'ennesima segnalazione. E non ha la lucidità necessaria per considerarla in modo razionale. Nel secondo scenario l'oscuro censore è uno che nemmeno sa quello che fa, un nerd malpagato messo a gestire una cosa più grande di lui. In ogni caso, la libertà di espressione di due miliardi di persone è in mani tanto oscure quanto fragili.
Articolo pubblicato su Gli Stati Generali il 17 ottobre 2017.
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