La questione cardinale dell'acacia
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Il fiore dell'acacia di Costantinopoli (www.neoplantarum.it) |
Ieri sera eravamo seduti sotto un'acacia di Costantinopoli, in piazza Giordano: io, Xho e Happy (il cane che vive con noi). Happy leccava beata il residuo dello yogurt al pistacchio di Xho, tuffando il muso nel bicchiere. Da un capannello di gente a due passi s'è staccata una bambina, attirata da Happy. Ha cominciato a giocarci, accarezzandole la testa e le orecchie; poi ha chiamato la sorella più piccola, all'inizio timorosa, poi conquistata anche lei dalla dolcezza di quella cagnona dalle orecchie enormi.
C'era un profumo molto forte di fiori. "Ma da dove viene?", ha detto Xho. Saranno i fiori dell'acacia? E per verificare l'ipotesi è saltata sull'erba e li ha annusati. "Sì, sono i fiori dell'albero". La bambina più grande l'ha subito imitata, saltando anche lei sull'erba ed annusando i fiori (che sono peraltro molto belli): "Sì, sono questi fiori". In quello stesso istante la madre s'è accorta di lei; e: "Scendi dall'erba, ci sono gli scarafaggi". Immediatamente le ha fatto eco il padre: "Ci sono gli scarafaggi". La bambina ha ubbidito. Ha lasciato perdere i fiori dell'acacia di Costantinopoli - bellissimi, profumatissimi - per paura di immaginari scarafaggi.
Ecco, ho pensato, come funziona quella che chiamano educazione. Alla fine il mondo ti pare uno schifo, con scarafaggi che spuntano ovunque: perché hai disimparato ad accorgerti dei fiori.
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Commenti sul post
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I fiori sono stati creati da Dio per rallegrare.
RispondiEliminaI fiori sono diletto.
Si guardano, si sorride loro, perché sono puri e buoni, più buoni ancora degli animali che sono sempre più buoni dell’uomo.
Si colgono qualche volta per avere 1 compagnia che non tradisce e 1 carezza semplice nel loro intento che è solo di consolare.
Si odorano x dimenticare i fetori che escono dalle concupiscenze umane, dagli egoismi, dalle menzogne.
Nessuno ama tanto i fiori come coloro che sono buoni e infelici, coloro che sono destinati a sorte sovrumana.
Perché nei fiori leggono parole di bontà di Dio e perché appunto nei fiori possono trovare la bontà che non trovano altrove , la compagnia che consola senza secondi fini, la fragranza che ricorda l’aura dei Cieli.
Il mio fiore preferito è il mughetto per la sua umiltà.
Tutto parla in esso di umiltà.
E’ 1 fiore piccino ma 1 solo stelo odora molto.
L’aria intorno se ne profuma.
E’ 1 fiore schivo, ignoto.
Il mughetto ogni mattina di primavera mi parla e mi dice: Ricordati di essere umile!
I genitori o gli educatori hanno il compito di aprire la mente dei bambini alla conoscenza e all’osservazione di tutte le cose belle che esistono sulla Terra, quindi l’acacia meritava il suo apprezzamento.
Ma avrebbe meritato apprezzamento e non ripulsa anche l’ipotetico e immaginario scarafaggio.
Anche lo scarafaggio ha la sua buona ragione di essere e di esistere, la sua utilità.
Come sarebbe bello riuscire a trovare del buono in ogni persona, animale o cosa che esiste.
E invece l’uomo pare voglia vedere solo le cose negative.
I suoi discorsi demoliscono, disprezzano.
Più nessuno oggi vuole costruire, vuol fare discorsi costruttivi.
In tutti gli ambienti e a tutti i livelli sociali.
Che tristezza!
La prima parte del mio precedente commento è tratta dagli scritti di Maria Valtorta e precisamente "Quaderni del 1944" p.413
RispondiEliminaIl fiore di acacia mi sembra molto simile a quello di cappero.
RispondiEliminaE' vero. Chissà se anche quelli profumano così tanto.
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