Rumi, Freud e Neruda
Il Mathnawi di Rumi si apre con la storia di un re che acquista una giovane schiava di cui è innamorato. La ragazza però si ammala, e per guarirla il re chiama i migliori medici: ma nulla. Prega allora Dio, che in sogno gli annuncia che l’indomani arriverà un medico speciale, mandato da lui. E l’uomo arriva, visita la schiava e dichiara che tutte le cure sono state inutili, per una ragione particolare:
بیخبر بودند از حال درون ** أستعیذ الله مما یفترون
Non conoscevano lo stato interno. Io cerco rifugio in Dio contro ciò che essi inventano. [Traduzione qui ed oltre di Gabriele Mandel; testo persiano qui.]
E questo medico speciale, diverso dagli altri, comincia la sua cura. Chiede al re di lasciarlo solo con la ragazza, poi la fa parlare, tenendole il polso. La fa parlare della sua nascita, della sua famiglia, della sua città. Il suo obiettivo è cercare la spina nel suo cuore:
خار در دل گر بدیدی هر خسی ** دست کی بودی غمان را بر کسی
Se ogni misero essere potesse vedere la spina nel cuore, quando mai i dolori riuscirebbero a trionfare sulla gente?
Le tiene il polso per una ragione: quando, nel corso del suo racconto, la ragazza avrà trovato la spina, l’origine del suo dolore, il medico lo capirà dal fremere del suo polso.
Il resto del racconto ha un senso mistico ed esoterico, ma in questo poema, composto una cinquantina d’anni prima della Divina Commedia, troviamo l’intuizione della terapia psicoanalitica. E un verso, ancora, che alle nostre orecchie suona parecchio familiare:
شاد باش و فارغ و ایمن که من ** آن کنم با تو که باران با چمن
Sta’ felice e spensierata, non temere di nulla, poiché io farò per te quello che la pioggia fa per il prato.
E’ il Neruda di Juegas todos los dias:
Quiero hacer contigo lo que la primavera hace con los cerezos.
Voglio fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi.
Quello che il medico divino fa con la schiava – quello che la pioggia fa al prato – appare ai nostri occhi terribilmente crudele. Ma Rumi avverte:
تو قیاس از خویش میگیری و لیک ** دور دور افتادهای بنگر تو نیک
Tu giudichi in base a te stesso; ma sei ben lontano. Riflettici bene!
Ci sono primavere dolorose, e ciliegi che, al momento della fioritura, sembrano feriti a morte.
Rumi, Freud e Neruda
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Manoscritto del Mathnawi, 1478. |
بیخبر بودند از حال درون ** أستعیذ الله مما یفترونE questo medico speciale, diverso dagli altri, comincia la sua cura. Chiede al re di lasciarlo solo con la ragazza, poi la fa parlare, tenendole il polso. La fa parlare della sua nascita, della sua famiglia, della sua città. Il suo obiettivo è cercare la spina nel suo cuore:
Non conoscevano lo stato interno. Io cerco rifugio in Dio contro ciò che essi inventano. [Traduzione qui ed oltre di Gabriele Mandel; testo persiano qui.]
Antispecisti: nuova specie o nuova setta?
Antispecisti: nuova specie o nuova setta?
Dare senso all'Alternanza Scuola Lavoro
Nell’immagine: Jane Addams incontra un gruppo di bambini che visitano la Hull House, Chicago 1935. Fonte: www.history.com
Articolo pubblicato su Gli Stati Generali, 19 dicembre 2017.
Dare senso all'Alternanza Scuola Lavoro
In piedi quando entra il docente?
Se fosse vero che, come dice il Corriere della Sera, “la maggioranza dei professori è d’accordo”, sarebbe davvero preoccupante. Ma è già abbastanza preoccupante che a quasi centocinquant’anni dalla nascita di Maria Montessori, e nel suo paese (che tuttavia non l’ha mai amata troppo), si discuta di questo. Il tema è: alzarsi in piedi all’ingresso dei docenti. Se ne discute, sulle colonne del Corriere, partendo dal cestino lanciato contro una prof in una scuola: che è come discutere di giornalismo partendo da Vittorio Feltri. Del resto, la rappresentazione degli adolescenti come orde di scalmanati, restii ad ogni tentativi di incivilimento, con il cervello in pappa per troppo uso di Internet e telefonini, è il punto di partenza di una parte significativa dei ragionamenti attuali sulla scuola e l’educazione. Una rappresentazione denigratoria delle nuove generazioni che è vecchia quanto il mondo, ma è assolutamente inutile farlo notare.
In piedi quando entra il docente?
Il Piccolo Principe & io
Presso l’editore Il Poligrafo di Padova è uscito il libro Ancora una volta Piccolo Principe. L’essenziale diventa “visibile” agli occhi di Maria Alessandra Soleti, di cui ho avuto il piacere di scrivere la presentazione. Eccone qualche pagina:
In principio era Kipling. Ci sarebbe questa frase in una ipotetica (ed evitabile) storia del mio personale rapporto con la lettura, che sarebbe un capitolo rilevante di una mia ancor più evitabile autobiografia. Just So Stories for Little Children, tradotto con Storie proprio così. Mi vedo ancora – ed è uno dei pochi ricordi della mia infanzia – in cartoleria, con mia madre, e quella richiesta insolita: voglio un libro. Quel libro. Un libro grande, cartonato, con molti disegni. Un libro che racconta le storie, strane e divertenti, di come e perché gli animali sono diventati come sono: perché la giraffa ha il collo lungo, perché il cammello ha le gobbe, perché l’elefante ha la proboscide. Eccetera. Solo da adulto avrei scoperto le illustrazioni originali di Kipling, che trovo bellissime. Quell’edizione invece era illustrata da disegni per bambini, che fecero bene il loro lavoro: non mi sarei appassionato alla lettura di quel libro (e forse alla lettura tout court) senza quelle illustrazioni. In principio era il testo, ma anche l’immagine. In principio era l’immagine che porta al testo. Eidos e Logos. Così è stato per me, così è stato per molti. Voi che leggete queste righe starete forse pensando al libro illustrato che è stato fatale per voi, che ha aperto il mondo magico della lettura e della fantasia. Ma sarà ancora così tra vent’anni? I ventenni, i trentenni di domani parleranno di un libro quasi magico, di figure animate dalle parole, di parole animate dalle figure? Può essere. Ma può essere anche che nei loro ricordi ci sia un’app su un tablet. Può essere che a compiere la stessa funzione iniziatica non sia stato un libro di carta, ma un software. Può essere che ricordino immagini animate, completate da suoni, e testi interattivi.
Il Piccolo Principe & io
Presso l'editore Il Poligrafo di Padova è uscito il libro Ancora una volta Piccolo Principe. L'essenziale diventa "visibile" agli occhi di Maria Alessandra Soleti, di cui ho avuto il piacere di scrivere la presentazione. Eccone qualche pagina:

Il turbamento di Maria
A proposito della rappresentazione di Maria. Nella bella mostra su Ambrogio Lorenzetti a Siena, che è possibile visitare fino al 21 gennaio 2018 al museo Santa Maria della Scala di Siena, è esposto tra l’altro questo disegno che proviene da San Galgano [clicca sull’immagine per ingrandirla], dove Lorenzetti ha affrescato la cappella annessa alla rotonda di Montesiepi (quella con la spada nella roccia). La rimozione degli affreschi ha consentito di recuperare il disegno che l’artista aveva fatto sull’arriccio. Ed ecco allora questa singolarissima annunciazione, che naturalmente i committenti rifiutarono. Lorenzetti, autore di raffigurazioni assolutamente canoniche della Vergine, in questo caso ha una intuizione di una modernità sconcertante. Maria non è lieta della novella, non accoglie con letizia l’angelo, ma è una donna spaventata, che si tiene al muro, che vorrebbe fuggire dall’assalto. Una donna che sta per essere violata. Violata da Dio.
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