20 giugno, martedì
Mi siedo a gambe incrociate sul trifoglio, chiudo gli occhi per
meditare, ma giusto qualche minuto, poi smetto perché ho voglia di
guardare il prato e gli alberi e l'asino e le capre. Un'ape, poi
un'altra, poi un'altra ancora, sui fiori di trifoglio. Il pavone mi
passa accanto, attraversa un rigagnolo, si avvia verso la sua casetta di
legno - placido.
Un idillio perfetto, infranto da un bassotto senza nome - lo chiameremo Scibbolet - che forse spaventato dal verso del pavone scappa
sulla strada sterrata. Una ragazza bionda lo guarda, non sa se
inseguirlo, poi compaiono due donne e lei dice che è lì, Scibbolet si è
avviato da quella parte. Le due donne corrono e dopo qualche minuto
tornano con Scibbolet in braccio. Si torna all'idillio. Una
quindicina di bambini di quattro o cinque anni si stendono sull'erba,
con i loro costumini, poi cominciano a giocare. Si lanciano l'un l'altro
palloncini ripieni di acqua. Sono felici, molti ricorderanno questo
come uno dei giorni più belli della loro infanzia.
E' perfetto, penso.
Mi correggo: sarebbe perfetto se io non ci fossi.
E' perfetto, penso.
Mi correggo: sarebbe perfetto se io non ci fossi.