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blog di antonio vigilante

La violenza delle radici

Michele Illiceto è intervenuto sull’Attacco del 17 settembre sul mio Dio è falso. Di seguito la mia replica, pubblicata sempre sull’Attacco il 22 settembre, con il titolo Perché Dio è falso.

Sono grato a Michele Illiceto per la sua lunga lettura del mio Dio è falso sull’Attacco di sabato 17 settembre. Sono abbastanza felice che sia riuscito a resistere alla tentazione di convertirsi all’ateismo, come scrive: perché l’obiettivo di quel libro non è quello di convertire chicchessia all’ateismo. In genere gli atei non fanno proselitismo. Si accontentano di poter dire le loro ragioni, una cosa che non è affatto scontata ancora nella nostra società. Ma in quel libro non cerco solo di spiegare le ragioni dell’ateismo. Il punto centrale è un altro, ed ha a che fare con ciò di cui mi occupo da sempre: la violenza.

La mia tesi non è affatto, come sembra ritenere Illiceto, che Dio è falso perché non è razionalmente dimostrabile. Una tesi che sarebbe tutt’altro che peregrina, a dire il vero, ma che richiederebbe una analisi preliminare di cosa è ragione. Nel libro in realtà mi sbarazzo abbastanza rapidamente della questione delle prove razionali, o presunte tali, dell’esistenza di Dio, sia perché esistono intere biblioteche sul tema, sia perché la questione per me è un’altra. A me interessano le ragioni reali della fede e non l’intellettualismo dei teologi. Chi crede in Dio non lo fa perché Dio è razionalmente dimostrabile, perché conosce la prova ontologica di Anselmo o è persuaso da quella cosmologica. Quello in cui si crede non è un Dio razionalmente dimostrabile, un Dio buono. Anzi, un Dio che è il Bene stesso.

Proviamo ad andare oltre la ragione, non senza aver prima osservato che ciò che chiamiamo ragione consiste in una serie di criteri logici che sono stati creati in Occidente per rendere possibile il discorso pubblico su ciò che è vero e ciò che è falso. Criteri ai quali la logica aristotelica ha contribuito in modo determinante e che la Chiesa ha accettato pienamente. Sospendiamo per un po’ la logica corrente e la ragione. Ammettiamo che vi possano essere narrazioni non strettamente razionali e tuttavia significative, profonde, in grado di orientare un’esistenza. Il punto, nel caso del cristianesimo, è che anche sospendendo la logica e facendo una generosa apertura di credito, la storia non torna. E non perché sia piena di offese alla logica e alla ragione — lo è — ma perché è piena di elementi che contraddicono e offendono il suo stesso fondamento.

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L'oscurantismo politicamente corretto di Meta

Qualche anno fa ho letto un libro di Sergio Givone intitolato Quant’è vero Dio. M’è tornato in mente, il libro, qualche mese fa. Finita la stesura di un libro sull’ateismo, restava da decidere il titolo. E ho pensato che se un credente può titolare un libro Quant’è vero Dio, un ateo può titolarlo Dio è falso. Del resto, di questo si tratta. Per i credenti Dio è vero, per i non credenti Dio è falso. Ognuno crede di aver ragione, ma le due affermazioni dovrebbero avere la stessa legittimità.

Mi sbagliavo. Pubblicato il libro, ho pensato di pubblicizzarlo su Facebook. A dire il vero più per curiosità e per capire come funziona. Ed è stata, infatti, una esperienza istruttiva. La pubblicità è stata respinta con motivazioni poco chiare. Ho contattato il supporto Meta per chiederne la ragione. La conversazione è riportata di seguito (per comodità di lettura ho incollato il testo, ma posso naturalmente fornire lo screenshot).

Il libro è stato rifiutato per il contenuto e il titolo. Su Facebook non è possibile pubblicizzare un libro intitolato Dio è falso. Offende la religione. Con buona pace della libertà di pensiero.

Quello che sta accadendo è tanto chiaro quanto inquietante. Siamo in una società multiculturale. Gli individui si identificano sempre più con le culture, le culture si identificano con le religioni e le religioni diventano feudi inespugnabili. In nome della religione si può dire, proclamare, pubblicizzare qualsiasi superstizione, assurdità, atrocità, bizzarria e pretendere un assoluto rispetto. E in nome della religione e della sua inviolabilità si può vietare qualsiasi critica, qualsiasi espressione del libero pensiero. La via del politicamente corretto porta alla discriminazione della libertà di pensiero. Il principio è che se una affermazione, tesi, posizione offende qualcuno, è sbagliata e va vietata. E così l’ateismo sta sullo stesso piano dell’omofobia o del razzismo.

Di seguito la chat con l’assistenza di Meta.

Ciao Antonio , sono Gabriele da Meta Support Pro e sono felice di assisterti. Il numero della tua richiesta di assistenza è 1427551791098856

Salve Gabriele, come scrivevo, non mi è chiaro per quale ragione non è possibile pubblicizzare la pagina “Dio è falso”.

Ciao Antonio non ho nemmeno io il Motivo specifico ma per l Esperienza che ho come Operatore posso dirti che è per la Promozione di contenuti contro la Religione
Facebook non consente in alcun modo di Promuovere contenuti controversi o Discriminatori

E non è possibile su Facebook promuovere contenuti ateisticu?
Ma in questo modo sono discriminato io in quanto ateo.

Questo la si applica nel momento in cui si va a Pubblicizzare, è una politica effettuata data l alta Utenza presente sulla Piattaforma, circa quasi 2 Miliardi di Utenti
Non vedo dove vieni Discriminato essendo che come anche ad altre Persone Religiose ti è stato solo impedito di fare Pubblicità
Inoltre la Pagina ha un nome provocatorio mettendo per assoluto che Dio non esiste
Stessa cosa ovviamente viene applicata se una Pagina si chiama l Ateismo è Falso

La discriminazione è nel fatto che un libro religioso può essere pubblicizzato, un libro ateistico no.

Questa è la Normativa
No non è cosi Antonio
Non c’è nessuna Discriminazione

E in che modo un libro sull’ateismo riguarda caratteristiche personali?

Certamente e hai ragione ma nel momento in cui vai a Pubblicizzare ci sono delle Normative in vigore che non permettono a questo tipo di Contenuti di divenire virali

Certo che c’è. Consentite a chi è religiosi di fare cose vietate a chi è ateo

Dio è Falso è la cosa più che viola le Normative

Normative? Quali? Parliamone
Quale normativa?

Non mi pare, Io non sono religioso per esempio e nel mio Diario Personale condivido ciò che voglio contro o pro alla religione
Ma nel momento in cui vai a Pubblicizzare non puoi mettere in Evidenza questo tipo di Contenuti

I diritti riguardano la sfera pubblica. Se non ho il diritto di pubblicizzare il mio pensiero sono discriminato.

Dio è Falso, ripeto, stai mettendo per assoluto una cosa non provata, che non è verità assoluta ma per alcuni si e per altri no, inoltre è un nome provocatorio

E’ un po’ come dire a un omosessuale che può fare sesso a casa sua, ma non deve farsi vedere in pubblico

No perchè nel momento in cui vai a Pubblicizzare come Azienda Facebook adotta una Politica appunto per le Aziende
Quindi le Normative cambiano

Per me può essere provocatorio un libro intitolato “Dio è vero”.

No perchè se condividi questo genere di cose come contenuti personali sono visibili da tutte le Persone che interagiscono con te

Vorrei capire esattamente quale normativa è applicata nel mio caso.

Ma nel momento in cui vai a Pubblicizzare sei tu che stai dicendo agli altri guardate il mio contenuto, cosa giustissima ma per le Normative Facebook questo tipo di Contenuti non vanno bene

Mi indichi la precisa norma di Facebook?

Come ti ho detto all inizio della Chat non so nemmeno io quale Normativa nello specifico sia stata applicata, ma sto supponendo magari la motivazione
Ti giro le Normative cosi le puoi leggere attentamente
https://www.facebook.com/policies_center/ads?content_id=WzrrJ4A63UJlTK8&ref=sem_smb&utm_source=GOOGLE&utm_medium=fbsmbsem&utm_campaign=PFX_SEM_G_BusinessAds_PT_PT_DSA_Other_Desktop&utm_content=PT_PT_DSA_Other_Desktop&gclid=EAIaIQobChMIpOLs5p-F-gIVEeJ3Ch2JuQIPEAAYASAAEgLMIvD_BwE&utm_term=dsa-1675954003889&utm_ct=EVG
Leggile in questo modo puoi capire tu stesso magari quale sia stata violata, ti ripeto per la 3 volta non ho in possesso la ragione specifica e la Normativa specifica che hai violato

Chi sa in base a quale normativa mi è stato negato il diritto di pubblicizzare il mio pensiero? Posso rivolgermi a qualcuno per saperlo?

Sto solo supponendo

Quindi voi discriminate un utente in base a una norma non specifica, invitando lui stessi a cercare di capire perché è stato discriminato.

https://www.facebook.com/help/contact/164405897002583 Certo puoi provare a scrivere al Team che si occupa delle Pagine nello Specifico
tramite il Link sopra

Va bene. Grazie.
Questa chat è da considerarsi privata?

Limitare la Pubblicità ad una Pagina non costituisce nessuna Discriminazione, la stessa cosa viene eseguita su migliaia di Pagine che violano le Normative
La puoi considerare come vuoi, è soggettivo

Punto di vista tuo. Il mio è diverso. Sarebbe interessante vedere cosa ne pensa un giudice.
Va bene. Buon lavoro.

Infatti, molto vero
Grazie mille per aver contattato il Meta Support Pro
Ti auguro una splendida giornata! Inoltre, al fine di conoscere meglio la nostra piattaforma ti invito a seguire il nostro corso gratuito Blueprint : https://www.facebook.com/business/learn/courses che è stato progettato da Facebook come opportunità di apprendimento per gli inserzionisti e ti consentirà anche di ottenere una certificazione ufficiale, Riceverai un sondaggio per valutare il nostro supporto. Se vuoi, puoi anche compilarlo una volta ricevuta una risposta dal nostro team in modo da poter dare una valutazione completa del supporto ricevuto da noi





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Un'intervista

Giusy Capone mi ha intervistato per il suo blog a proposito di Dio è falso. Una breve introduzione all’ateismo.

“Dio è falso” è un’introduzione all’ateismo. Qual è la sua posizione rispetto all’inclusione o all’esclusione della posizione degli agnostici sotto l’ombrello dell’ateismo?

L’agnostico ritiene che, riguardo a Dio, non si possa né affermare né negare. Spesso questa posizione è sostenuta con l’argomento che anche negare Dio, non potendosi dimostrare la non esistenza di Dio, è una forma di fede. Un argomento che però non considera che l’onere della prova spetta a chi afferma, non a chi nega. Spetta a chi afferma che Dio c’è, dimostrarne l’esistenza; e in assenza di prove valide, quella affermazione è falsa.

La mia idea è che l’agnosticismo sia ateismo. L’ateo non nega qualsiasi concezione di Dio. Se qualcuno affermasse che Dio è l’universo, l’ateo non avrebbe nulla da obiettare. Non si può negare a nessuno il diritto di considerare divino l’universo, né si può negare che l’universo esista. Quando si parla di Dio si intende, in Occidente, un essere personale, buono, creatore del mondo e che si prende cura dell’essere umano. Ma, soprattutto, si intende un essere che si rivela, che si rende conoscibile, anche se mai in modo completo. Quando l’agnostico afferma che non possiamo sapere se Dio c’è o meno, di fatto sta negando questo aspetto di conoscibilità e rivelazione, che è uno dei tratti fondamentali del Dio occidentale.

Percepito dai credenti e dalle classi sacerdotali come un pericolo per la Fede, l’ateismo rimane ancora oggi oggetto di timore, rifiuto, avversione. Ebbene, è un pensiero potenzialmente distruttivo per l’ordine sociale costituito?

Vedo che scrive Fede con la maiuscola e ateismo con la minuscola. Fino a quando la Fede sarà maiuscola e l’ateismo minuscolo, in effetti quest’ultimo sarà oggetto di timore, rifiuto ed avversione.

Bisogna chiedersi cos’è l’ordine sociale costituito. Alcuni ritengono che la società così com’è sia buona e giusta. Io penso che non lo sia. Di più: penso che la società occidentale non sia mai stata buona e giusta. Per secoli abbiamo avuto società nelle quali alcuni privilegiati concentravano in sé ricchezza, prestigio e potere, mentre la massa viveva nella povertà più assoluta. Per secoli abbiamo pensato la società in modo gerarchico, come una piramide sorretta dal sacrificio degli ultimi. E questo schema piramidale è stato giustificato e sostenuto dalla religione. Dimenticato il primato degli ultimi, Gesù è diventato il Cristo Re, modello celeste del potere terreno e vertice di una gerarchia spirituale che aveva un preciso corrispettivo nel mondo reale.

Questo sistema, apparentemente ordinato, è in realtà fortemente squilibrato, e dunque disordinato. Per me è ordinata quella società nella quale le risorse, il potere, il prestigio siano distribuiti in modo uguale tra tutti i componenti. È un tipo di società che non sarà possibile fino a quando non metteremo seriamente in discussione i principi sui quali continua a basarsi la nostra società, nonostante le profonde e rapide trasformazioni che sono sotto gli occhi di tutti. In questo senso considero l’ateismo anarchico: perché contesta la violenza dell’archè, del principio, dell’origine del nostro (dis)ordine sociale.

Spinoza, Meslier, Hume, Feuerbach, Nietzsche, Rensi, Onfray , Odifreddi, Vanini, Dawkins: nomi citati in bibliografia. Professore, quali tratti sono comuni agli argomenti razionalistici elaborati contro i testi sacri dei tre principali monoteismi?

Dal Trattato teologico-politico di Spinoza – che aveva il vantaggio di conoscere l’ebraico – in poi si è trattato semplicemente di trattare il testo sacro come qualsiasi altro testo: evidenziandone le contraddizioni, la complessa formazione, le interpolazioni, e considerandoli come espressione di una società lontana dalla nostra. Una cosa che oggi riconoscerà qualsiasi biblista. La differenza è che i credenti sono costretti a conciliare in qualche modo questa materialità, diciamo così, della Scrittura con il suo carattere sacro. Quello che piace, dunque, viene selezionato e riproposto ossessivamente ai fedeli, magari non senza qualche aggiustamento (si pensi alla libera rielaborazione dei dieci comandamenti), mentre quello che non piace (ad esempio le istruzioni per vendere la propria figlia come schiava, che si trovano subito dopo i dieci comandamenti) viene considerato espressione della cultura dell’epoca, come avvertirà senza alcuna apparente inquietudine una nota a piè pagina. Il problema è che nella Bibbia le istruzioni per vendere la propria figlia come schiava, o l’indicazione di uccidere le persone omosessuali, fanno parte della Legge di Dio esattamente come i dieci comandamenti. E se fossi credente questa operazione non lascerebbe tranquilla la mia coscienza.

Matrimonio, divorzio, diritti civili, discriminazioni, amore, sessualità. Il concreto vivere quotidiano in qual misura è regolato da norme religiose?

Nella misura in cui noi permettiamo che sia regolato da norme religiose. Praticamente tutto ciò che consideriamo progresso in tutti questi campi è stato ottenuto contro la religione. Non c’è un solo progresso nei diritti civili degli ultimi decenni che sia stato promosso dalle religioni. E non c’è progresso che non sia minacciato dalle religioni. La follia della Russia di Putin è eloquente: il patriarca Kirill che dichiara guerra alla civiltà occidentale, la cui decadenza è dimostrata dai diritti delle persone omosessuali, non è un folle fuori dalla storia. È un cristiano, semplicemente. Dice in modo meno diplomatico la stesse cose del Catechismo della Chiesa cattolica.

Professore, in mancanza di un Dio, quantunque truculento, feroce, efferato, a cui aggrapparsi come si  affronta il disagio, l’assenza di certezze, il dolore?

Aggrapparsi non è una grande idea. Come non è una grande idea decidere la propria visione del mondo lasciandosi guidare dalla paura. Il negativo fa parte della nostra vita. Qualsiasi tentativo di eliminarlo si ritorce contro noi stessi, perché ci porta a eliminare una componente importante della nostra umanità. Siamo esseri umani in quanto mortali, esposti alla sofferenza e all’incertezza. Possiamo far scomparire tutte queste cose con un colpo di mano metafisico, ma questo non ci renderà migliori. Ci farà vivere piuttosto una vita illusoria e inautentica.

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