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Blog di Antonio Vigilante

Assaporare il disgusto

Chandra Livia Candiani è tra le voci più importanti della poesia italiana, ma è anche una praticante del dharma del Buddha e traduttrice di testi buddhisti. Il suo ultimo libro - Il silenzio è cosa viva. L'arte della meditazione (Einaudi) - mette insieme le due cose: non è (o meglio: non è tanto) un manuale o una introduzione alla meditazione, ma è un libro sulla poesia della meditazione. Ce n'è bisogno, in un tempo in cui l'antica meditazione vipassana diventa mindfulness, una faccenda di medici e psicologi, una tecnica che promette benessere e successo. Una trasformazione nella quale vanno perse molte cose, a cominciare dal fine stesso della pratica; e la poesia è tra queste. Non sorprende che uno dei più grandi maestri viventi del dharma del Buddha, Thich Nhat Hanh, sia anche un grande poeta. Perché la poesia è attenzione, e la meditazione è attenzione. Chi pratica la meditazione, se lo fa nel senso più autentico, sta facendo poesia. Una poesia quotidiana, che concresce con il suo stesso respiro.

La capotreno e il rispetto delle regole

E' l'eroe, anzi l'eroina del giorno la capotreno che in Sardegna ha costretto a scendere dal treno alcuni passeggeri stranieri sprovvisti di biglietto. Il ministro Salvini ha postato il video sul suo profilo Twitter commentando soddisfatto: "Questo non lo vedrete nei tigì, facciamo girare! Onore a questa capotreno che, in Sardegna, fa scendere un gruppo di scrocconi. Il clima è cambiato, #tolleranzazero con i furbetti, anche con un uso massiccio delle Forze dell'ordine. Se vuoi viaggiare, PAGHI come tutti i cittadini perbene!".

Guardiamo il video. "Alzati subito! Alzati subito! Alzati!", dice la donna a una passeggera dalla pelle nera. Poi si rivolge ad altri cinque passeggeri, anch'essi neri, tra cui un bambino: "Anche voi, forza. I signori non perdono tempo per voi". Un uomo ha difficoltà di deambulazione. La donna commenta: "Non me ne frega niente della tua gamba, sei giovane e te ne vai a lavorare e ti paghi un biglietto". Quando sono nel corridoio, pronti a scendere, si sente ancora la voce della donna, rivolta ad altri passeggeri sull'altro lato della carrozza: "Eh, forza eh, scendere anche voi due col bambino. Meglio eh. Scendi, scendi. Dai il buon esempio a tuo figlio. Sei venuta in Italia? Gli dai il buon esempio". E poi, quando già stanno scendendo: ""Ti tiro giù a calci in culo".